p. Angelo La Salandra
nasce il 29 marzo 1919 a Biccari da Domenico La Salandra e Giuseppina Caione; Dio lo chiama a sé il 7 dicembre 2000, alla vigilia dell’Immacolata.
Esperto in Umanità.
I suoi 81 anni di vita possono avere questo denominatore comune: “esperto in umanità”.
1. Fecondità spirituale e umana della Daunia.
La Daunia è stata una terra attraversata da grandi testimoni della fede tradotta poi in opere di carità: San Domenico fondatore dell’ordine dei predicatori, intenti a diffondere la Parola di Dio in quella povertà che l’ignoranza voluta dai principi e signorotti aveva ridotto il popolo. Ma finalmente il popolo aveva ripreso la Parola attraverso la riscoperta della Bibbia, non più chiusa nei canterani ma svelata dai predicatori itineranti.
San Giovanni di Dio, insigne esempio di dedizione ai piccoli, agli ammalati e agli esclusi. Sant’Alfonso innovatore della pietà popolare attraverso i canti natalizi e quaresimali le cui note sono arrivate ai giorni nostri.
- La Daunia crocevia di popoli, culture e religioni.
La presenza normanna in special modo con Federico II° la cui residenza era a 10 chilometri da Troia nel Castello di Lucera, con Costantinopoli che si affacciava con decisione e a volte con prepotenza in questo angolo di terra su cui aveva posto le sue mire, con Roma che cercava un suo punto d’appoggio stabile civico-religioso, con i Saraceni che scorrazzavano dal Gargano in tutta la costa adriatica, la città di Troia ha dovuto parlamentare ed educarsi all’arte del dialogo politico e religioso per sopravvivere. Questo sforzo storico è stato immortalato
nel rosone della cattedrale di Troia, sintesi perfetta tra cultura normanna e bizantina.
- Impulso missionario.
Nel 1927 si avventura sino al Nord della Puglia p. Bernardo Sartori, missionario comboniano. Dopo un breve girovagare si stabilisce a Troia e con l’aiuto della gente costruisce il primo Seminario Comboniano in Puglia che, assieme al Santuario della Mediatrice, costituirà una grande luce per i decenni avvenire. Oltre 200 missionari comboniani sono passati per Troia in qualità di formatori, animatori missionari e della gioventù, parroci.
2. Incontro col popolo lusitano .
In Portogallo, p. Angelo fu inviato in vista del Mozambico. Arrivò per imparare la lingua portoghese e per capire come comportarsi nei confronti di una madre patria molto esigente con le colonie. Ovviamente la capitale del Mozambico si trovava in Portogallo ed era Lisbona. La gloria passata dei conquistatori (1492 e 1497) delle due sponde dell’Oceano Atlantico era finita. Restava molta miseria e povertà a Viseu dove si costruisce un Seminario nel 1947 e poi a Lisbona nell’ottobre del 1955 in una parrocchia desolata per le vicende poco edificanti di un prete scappato con la nomina di ladro e donnaiolo. La massoneria si trovava a proprio agio in queste situazioni credendo di avere a che fare con un parroco timido e sprovveduto. P. Angelo si mise vicino ai poveri e al popolo e questa fu la carta vincente per riacquistare fiducia e dignità. Tuttavia il rapporto dei comboniani con le autorità nazionali e locali non è mai stato tenero. La giustizia e il rispetto dei diritti umani furono il punto di scontro. Siccome “Dio non si stanca dei piccoli fiori ma degli imperi” (Tagore), col passare di Salazar e altri imperialisti, si riacquistò la pace.
3. Intermezzo: “Volontà del Signore. Paradiso mio!”
La malattia e la povertà hanno bussato più volte alla sua casa: pleurite, tubercolosi, epidemie, fame a causa di due guerre mondiali. Tutto questo gli ha procurato un ritardo nella scelta definitiva dell’Istituto Comboniano.
La scelta del povero per p. Angelo fu un orientamento evangelico. Come il Cristo non era distante, anzi, faceva un tutt’uno col povero, così la scelta di p. Angelo non poteva essere diversa. Il povero costituiva il sacramento, la realtà visibile del Cristo, la sua manifestazione (Gv. 13). E di poveri ne ha incontrati molti: carcerati, favelados, tossicodipendenti, emigrati dal Nord-Est, meninos de rua (bambini di strada).
Non ha mai voluto aderire a raggruppamenti sociali o politici. Il Vangelo era la sua guida sicura e sufficiente. Il Vaticano II°, Medellin, Puebla, Santodomingo, Comunità ecclesiali di base, dottrina della sicurezza nazionale che è sta deleteria per il Brasile…quello che gli importava era il povero concreto che non aveva bisogno di soluzioni sociopolitiche ma di vicinanza umana e partecipazione alle sue aspirazioni. Il resto era considerato illusorio!
4. Dall’Italia al Brasile.
Il Mozambico scomparve nei disegni dei Superiori perché Pio XII° era impressionato dalla conquista latinoamericana da parte del Marxismo e delle sette cristiane. Chiese ai Comboniani di convogliare i loro sforzi verso questo continente che correva il rischio reale di questa duplice invasione. Il carisma era comunque salvo perché di afro in Brasile ce n’erano tanti; in più il campo di evangelizzazione si estendeva ai discendenti dei colonizzatori e agli indigeni. Gli antichi Ordini Religiosi (Mercedari, Cappuccini, Gesuiti, Carmelitani) non si erano addentrati nel Nord Est e avevano istituito collegi dove spesso i figli privilegiati potevano accedere per gli studi. I primi Comboniani si diressero a Balsas con p. Diego Parodi (1951) e p. Rino Carlesi (1952) che poi furono consacrati Vescovi.
p. Angelo, dirottato, arriva nel Maranhao il 25 gennaio del 1960. il territorio è difficile e diviso: la costa era riservata ai Neri, discendenti degli schiavi; nelle fasce interne c’erano i ricchi allevamenti dei colonizzatori e dei grandi possessori di terre ma il degrado era grande perché questa terra, detta “del cuoio e del bestiame”, era attraversata da gravi ingiustizie sociali che esploderanno drammaticamente un decennio più tardi; gli indigeni erano relegati nella foresta, un loro habitat naturale ma anche una prigione.
p. Angelo evangelizza attraverso scuole agricole, alegnamerie, tipografie sotto la guida di eccellenti Fratelli che hanno lavorato con passione e intelligenza assieme alla gente. La sua evangelizzazione passa attraverso le Comunità di villaggio, attraverso le visite ai casolari sparsi ma che conservavano la tradizione di almeno una visita annuale da parte del Sacerdote (desobrigas). In particolare si dedica alla scolarizzazione di bambini e bambine. Ebbe certamente un grande successo per la sua efficacia e i risultati ottenuti. Infine è Formatore di futuri Sacerdoti chiamati attraverso una promozione vocazionale instancabile.
Il metodo educativo? Lo sintetizza un suo ex-allievo: “esigente e giusto con i ragazzi e con gli insegnanti. Il suo metodo era sempre dialogico sia nella formazione dei Catechisti che dei Maestri. “”uscii con le batterie ricariche, leggero come se stessi volando, ma con i piedi per terra e la certezza di aver conosciuto e di essere vissuto con un grande uomo, uno dei più grandi del mondo, un sognatore, un idealista, un realizzatore, ma soprattutto con la certezza di essere vissuto con un santo: Santo Angelo La Salandra” (testimonianza di un ex
studente).
p. Angelo prega, con la preghiera più semplice e accessibile: il santo Rosario. E’ sempre con la corona in mano che spesso innalza come vessillo e come protezione contro ogni forza avversa.
5° Responsabile Provinciale e capitolare.
Nel 1964 i Superiori maggiori lo hanno designato a Balsa, nel Nord Est con il compito abbastanza oneroso di Superiore Provinciale. Questi anni furono gravosi per le situazioni oggettive e perché nel 1968 fu ucciso p. Marco Vedovato. P. Angelo visita il suo assassino a Mirador nell’ottobre del 1968 e gli conferma il perdono che già p. Marco morente gli aveva espresso.
Partecipò al Capitolo Generale (Assemblea generale che si svolge ogni sei anni) del 1969. Fu un capitolo di svolta perché alla luce del Concilio Ecumenico Vaticano II° e confortati dalle numerose lettere ritrovate del fondatore Mons. Daniele Comboni, si rinnovarono la “regola di vita” e le Costituzioni della Congregazione dei “Missionari Comboniani del Cuore di Gesù” (MCCJ). Passati alcuni anni a Troia come Animatore Missionario dove si distinse per lo zelo (il fuoco della Missione) e la vicinanza alle famiglie e ai poveri, ritornò in Brasile ma questa volta al Sud, a Rio Preto. Nuovi problemi, gravi difficoltà per la salute a causa del clima pesantissimo, non smise tuttavia di andare in cerca come Daniele Comboni, dei “più poveri e abbandonati”, soprattutto dei nordestini che si avventuravano in cerca di un po’ di fortuna. La chiamata del Signore lo colse il 7 dicembre del 2000 intento alla sua opera e con il suo grande entusiasmo. Con i suoi occhi penetranti si era già proiettato oltre il visibile!
p. Gianni Capaccioni
Publicado em: Periodico Aria di Troia. Troia, Itália, jun. 2012.